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SOTTOSCRITTA L’IPOTESI DI NUOVO ACCORDO QUADRO IN MATERIA DI COSTITUZIONE DELLE RSU PER IL PUBBLICO IMPIEGO E PER LA DEFINIZIONE DEL REGOLAMENTO ELETTORALE

IPOTESI DI ACCORDO PER IL RINNOVO RSU

SOTTOSCRITTA L’IPOTESI DI NUOVO ACCORDO QUADRO IN
MATERIA DI COSTITUZIONE DELLE RSU PER IL PUBBLICO IMPIEGO
E PER LA DEFINIZIONE DEL REGOLAMENTO ELETTORALE
Definito nel corso della riunione tenutasi ieri tra Aran e Confederazioni rappresentative del lavoro
pubblico, il nuovo Accordo Collettivo Quadro in materia di costituzione delle RSU e per la
definizione del regolamento elettorale.
Un testo che aggiorna alcune disposizioni rispetto all’ACQ precedente, con particolare riferimento
all’elettorato attivo e passivo, alle modalità di funzionamento delle RSU, alle modalità di
presentazione delle liste, alla piena esigibilità di fronte alle Commissioni elettorali dei dispositivi
del Comitato dei garanti in caso di controversie.
Da segnalare la possibilità, ora prevista, della presentazione delle liste mediante l’utilizzo della
posta elettronica certificata e della firma digitale del presentatore, in alternativa alla
presentazione fisica presso gli Uffici. Una nuova opportunità, frutto di una nostra specifica
richiesta poi condivisa dall’Aran, nonostante le numerose e inaccettabili resistenze di altre
Confederazioni sindacali.
Condizione questa ancora più necessaria in una fase in cui l’emergenza sanitaria purtroppo non è
finita, che permetterà di evitare le strozzature e le difficoltà che fatalmente potrebbero crearsi in
una tornata elettorale che interesserà decine di migliaia di posti di lavoro.
Ora per la partenza formale delle procedure bisognerà concordare a breve presso l’Aran il
Protocollo il calendario elettorale (a meno di ritardi e/o imprevisti le elezioni si terranno entro il 15
aprile 2022).
Alleghiamo il testo dell’Ipotesi di Accordo Collettivo Quadro che diventerà esecutivo al momento
della sottoscrizione definitiva dopo il previsto iter degli organi di controllo.
La Segreteria generale

CHIARIMENTI - PENSIONI: DIFFERENZA TRA SISTEMA PREVIDENZIALE RETRIBUTIVO E CONTRIBUTIVO

 SULPL TRICOLORE

Pensioni: differenza tra retributivo e contributivo
Il sistema previdenziale in Italia contempla il metodo di calcolo retributivo e contributivo per le pensioni,
vediamo in cosa si differenziano
Il sistema previdenziale italiano
Ogni volta che si deve approvare una legge di bilancio uno dei temi più discussi e dibattuti e per il quale
ognuno propone le soluzioni più fantasiose è quello delle
pensioni. L'Italia ha senza dubbio un sistema
previdenziale molto articolato anche se da anni uno degli aspetti sui quali si è concentrata maggiormente
l'attenzione è il metodo di calcolo della pensione.
Il nostro sistema previdenziale infatti prevede
due criteri per procedere al calcolo della pensione, quello
collegato alla
retribuzione e quello che invece, più recente, che invece tiene conto dei contributi versati dal
lavoratore. Analizziamoli entrambi.
Il metodo retributivo per il calcolo della pensione
Il criterio retributivo, che è quello più risalente nel tempo, calcola la pensione tenendo conto degli stipendi
che il dipendente ha percepito verso la fine della sua carriera
. Questo consente al lavoratore, nel momento
in cui matura il diritto alla pensione, di percepire un importo di poco inferiore a quello che gli veniva
riconosciuto a titolo di stipendio.
Questo metodo, assai
vantaggioso per il pensionato, non è più il criterio principe, come in passato, per il
calcolo della pensione. I lavoratori che si sono iscritti all'Inps dopo il 31 dicembre 1995 non hanno più diritto
a vedersi riconosciuta una pensione agganciata all'importo dello stipendio. Per loro infatti il criterio da
utilizzare è quello contributivo. Vediamo come funziona.
Il metodo contributivo per il calcolo della pensione
Il criterio contributivo è quello che, come anticipato, nel calcolare la pensione, non tiene conto della
retribuzione, ma dei contributi che sono stati versati nel corso degli anni lavorativi.
Ne consegue, come si può intuire, che a parità di anni di lavoro, chi percepisce la pensione calcolata con
questo metodo ha un
trattamento pensionistico inferiore rispetto a chi ha avuto la pensione calcolata in
base alle retribuzioni percepite a fine carriera.
Condizione deteriore, che negli anni è stata peggiorata anche dalle crisi economiche che si sono susseguite e
dalla precarietà che caratterizza ancora oggi il mondo del lavoro. Per non parlare di coloro che, a causa di
veri e propri vuoti contributivi, subiscono ancora di più la riduzione dell'assegno mensile.
Questo metodo, anche se sfavorevole rispetto al retributivo, è applicato per il calcolo del trattamento
pensionistico dei lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1996.
Il sistema misto per il calcolo della pensione
Poiché nel sistema previdenziale italiano si sono succeduti i due sistemi di calcolo della pensione analizzati e
fondati su criteri diversi è stato necessario stabilire in che modo si dovesse calcolare la pensione per coloro
che hanno versato contributi in parte prima e in parte dopo il 1 gennaio 1996 e hanno maturato il diritto alla
pensione dopo tale data.
La transizione da un criterio all'altro prevede l'applicazione del
sistema di calcolo misto per la pensione, che
così dispone:

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chi alla data del 31 dicembre 1995 ha meno di 18 anni di contributi versati riceve un assegno che
per la parte di competenza fino al 31 dicembre 1995 viene calcolato con il sistema retributivo,
dal primo gennaio 1996 in poi invece, fino a quando andrà in pensione, il calcolo di avviene con
il metodo contributivo;
chi invece al 31 dicembre 1995 ha maturato più di 18 anni di contributi ha questa quota parte di
pensione calcolata con il metodo retributivo fino al 31 dicembre 2011, mentre per la parte
restante il calcolo avviene in base al criterio contributivo.
La riforma Fornero
La data del 31 dicembre 2011 che abbiamo appena visto non è una data casuale. Dopo la riforma Dini, che
ha previsto il sistema misto, è infatti sopravvenuta la Riforma Fornero, che ha aperto la strada
definitivamente al metodo contributivo per il calcolo della pensione.
Il sistema pensionistico infatti, con la Riforma operata durante il
Governo di Monti, ha sancito che:
il metodo contributivo deve applicarsi anche a coloro che hanno 18 anni di contributi al 31 dicembre
1995;
dal 1gennaio 2012 il metodo contributivo deve essere l'unico da utilizzare per il calcolo della
pensione.
Come conoscere in anticipo l'importo della pensione
Come si può intuire il calcolo della pensione è un procedimento piuttosto complesso, che richiede
conoscenze approfondite della materia previdenziale. C'è però un metodo molto decisamente più semplice
che si può adottare per sapere approssimativamente a quanto ammonterà il calcolo della pensione.
Sul sito INPS infatti c'è un servizio che consente al lavoratore di effettuare il calcolo simulato della propria
pensione. Basta entrare nel portale e accedere con le proprie credenziali al servizio
"La mia pensione".
Il calcolo, che tiene conto della normativa vigente in materia pensionistica, si basa principalmente su tre
fattori: età del lavoratore, vita lavorativa e retribuzione percepita.
Grazie al simulatore è possibile conoscere la propria posizione contributiva utile per verificare se ci sono vuoti
contributivi, conoscere quale sarà l'anno in cui si andrà in pensione e quale sarà, in linea generale, l'importo
della propria pensione.

IL 12 NOVEMBRE INCONTRO CON LA SEGRETERIA GENERALE SUL FONDO PERSEO SIRIO IN REMOTO-PREGO INVIARE ANCHE ISCRIZIONE ALL'ORGANIZZAZIONE

PER PARTECIPARE INVIARE STATINO BUSTA PAGA A: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - LIMITE COLLEGATI MAX 3000 ISCRITTI 

COME FUNZIONA?

CONVIENE?

QUANTO COSTERA' AL LAVORATORE, ANCHE A TERMINE ATTIVITA' OPERATIVA?

POSSO RECEDERE?

CHE BENEFICI HO?

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